I giudici e le forze di polizia hanno fatto bene il loro lavoro, ma la comunità adulta di Benevento non può rubricare a fatto di cronaca il disagio di una famiglia e di una ragazzina che a poco più di diciotto anni torna di nuovo in carcere per una misura cautelativa.

Questa città non può affidare la cura dei suoi giovani difficili al Tribunale ed al Carcere, deve fare di più.
In una piccola città come la nostra devono con urgenza funzionare i centri di mediazione familiare e di mediazione penale. 
Una mamma deve poter contare su un servizio sociale efficiente e preparato alle sfide della complessità esistenziale dei genitori e delle famiglie separate.

Una giovane deve poter essere presa in carico precocemente e tempestivamente da servizi di ascolto ad hoc, che non sono stati mai avviati.

Ogni quartiere dovrebbe avere un centro ascolto per il disagio giovanile, ogni famiglia dovrebbe sentirsi meno sola, ogni scuola deve poter interagire stabilmente con un territorio competente e coeso.

I fondi non mancano, le leggi neppure.

A partire dalla legge 328 del 2000 e prima ancora dalla legge 285 del 97, questa città dovrebbe dotarsi di un vero “Piano Adolescenza”, se lo fa domani sarà già tardi per molti, ma può essere il tempo giusto per tanti altri ragazzi che potranno incontrare una comunità educante più accogliente e competente.
Nel frattempo, non perdiamo di vista questa ragazza nella cronaca quotidiana, affianchiamo il Carcere perché questa sua esperienza possa essere non peggiorare il suo futuro, affianchiamo le famiglie perché dopo aver con dolore denunciati i figli possano tornare a dialogare con loro.

Angelo Moretti, Presidente e Consigliere comunale di Civico22

 

(Foto di Ntr24)

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